abbondanza bertoni

LA MORTE E LA FANCIULLA Compagnia Abbondanza Bertoni

La Morte e la Fanciulla do Abbondanza Bertoni è bellezza e morte, una danza macabra e commovente dai toni amari, dolci, strazianti.

L’accettazione nostalgica della perdita della gioventù, il fiato della morte sul collo dei bellissimi corpi in fuga dall’inevitabile.

La Morte e la Fanciulla di Abbondanza Bertoni è tratto dall’omonimo quartetto di Shubert, l’andamento dello spettacolo segue i quattro movimenti che lo compongono, e infine il testo di Mathias Claudius a chiudere la composizione.

Tre donne vestite di nero sono già in scena, danzano appoggiandosi una all’altra, i volti coperti dai lunghi capelli scuri, ma in breve spariscono. Il video entra come a seguirle nel dietro le quinte, osservate dall’alto da una presenza. Le giovani sembrano prepararsi a qualcosa d’importante, si legano i capelli, si levano le vesti e si buttano, forse nel vuoto… e così rientrano dal vivo le tre danzatrici nude. Da quel momento una danza senza sosta, disperata, in corsa con la musica contro il tempo. I corpi sono illuminati da una luce lunare, i genitali sono parte della danza, esposti senza vergogna e senza volgarità. Tanti sono i rimandi e le immagini che vengono in mente: Matisse, Schiele ma anche il sapore classico di alcune statue greco-romane.

La Morte e la Fanciulla è uno spettacolo emozionante, sapientemente dosato in tutti i suoi ingredienti: la musica, le luci, la danza, il video, il testo.

Le tre danzatrici, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas e Claudia Rossi Valli, sono di eccezionale intensità e bellezza. La coreografia le tiene sospese tra carnali corpi sensuali e spiriti evanescenti, in un continuo rincorrersi con la musica incalzante e con il video, che incarna la morte, presenza costante alle loro spalle.

Il gioco tra video e danza dal vivo è perfetto, il punto di vista della telecamera che taglia i corpi smembrandoli, seguendoli ossessivamente da vicino, il sincrono con la coreografia e la sparizione di alcuni corpi, il gioco tra dentro e fuori, luce e ombra, reale non reale, musica e rumore assordante, tutti elementi calibrati con maestria emozionante.

Coreografia e musica anche lavorano benissimo insieme, il rigido schema musicale ben sostiene la coreografia che spazia in un ambito ben più contemporaneo, senza perdersi come a volte accade in derive estetizzanti, ma rimanendo sempre in corsa col tema. Dal punto di vista drammaturgico avere questa gabbia musicale permette alla danza di esplodere in tutta la sua libera bellezza in un flusso di trio, duetti e soli.

La Morte e La Fanciulla di Abbondanza Bertoni lascia quella dolcezza amarissima dell’abbandono all’inevitabile e, dopo l’inutile corsa per sfuggire, ci possiamo lasciar andare in un abbraccio struggente.

Non mi sarei aspettata niente di meno da Abbondanza Bertoni, ma sono comunque sorpresa, come forse ogni volta, dal loro approccio delicato e coraggioso, che non si perde in preamboli, ma entra diretto dentro il tema attraversandolo e lasciandosi attraversare. Mi dispiace ammettere che ho provato un contorto piacere nel constatare come altri artisti internazionali in programma dopo di loro non abbiano retto il confronto. La Morte e la Fanciulla di Abbondanza/Bertoni rientra a pieno titolo nell’eccellenza della danza italiana.

Di Margherita Landi

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