May days, Incontri con la danza d’autore, organizzati dal 1 al 6 maggio da Europa Teatri e Teatro delle Briciole a Parma, si concludono con Birds Flocking, il primo studio del nuovo lavoro firmato da Daniele Albanese in duo con Eva Karczag.
Il titolo è quanto mai evocativo: Birds Flocking. Richiama alla mente i volteggi degli stormi d’uccelli nei periodi di migrazione, il costruire e distruggere geometrie frutto di un continuo tiramolla tra casualità e organizzazione.
Un titolo, a volte, è anche una trappola. Costringe a cercare una corrispondenza immediata, oserei dire scontata, invece di lanciarsi in quel gioco delle perle di vetro per connettere cose e pensieri tra loro lontani che in qualche modo risuonano.
Un gioco delle corrispondenze che si concreta nel richiamo del volo e della migrazione, nella libertà di cambiare inaspettatamente direzione. Due corpi che condividono uno stesso spazio e, nell’essere punti in movimento, lo duplicano in un altrove sterminato che sta al di là, e in un tra loro che si contrae e distende come un elastico. Ma vi è anche lo spazio del pubblico, che sta di fronte e osserva, ma potrebbe essere ovunque. L’occhio che osserva, apprende e comprende, e infine modifica con la sua osservazione quanto avviene.
I corpi abitano una connessione, stanno insieme senza essere uguali, senza condividere una stessa modalità, velocità, direzione; ed è proprio in quella coesistente diversità, non mai sincrona ma semplice compresenza, che si sostanzia la possibilità di migrazione delle conoscenze corporee.
Birds flocking intreccia la fissità della forma con la fluidità dell’improvvisazione, causalità e casualità; e si sostanzia nei percorsi di due stelle binarie di velocità e massa diverse che gravitano una sull’altra, attraendosi e respingendosi, ruotando liberi in uno spazio infinito e indefinito, rispettando e infrangendo le regole da loro stesse di volta in volta stabilite.
Una compresenza di movimenti che genera scambio di energie, modalità, desideri e pulsazioni. Una serie di stazioni, in un percorso che culmina nel contatto, breve e significativo, dove il migrare si concreta e in un battito d’ali si svapora. Eppur tutto è cambiato, perché quel tocco ha mutato lo stato dei corpi, la loro reciproca interazione, la capacità di coabitare.
Birds flocking canta l’esistenza: due corpi che vengono dal buio alla luce, convivono, si scambiano esperienze, si toccano e poi svaniscono, dalla luce al buio, così come son venuti. Pensiero profondo di una fisica del movimento.
Dunque Birds flocking non è tanto un volare di stormi, quanto un gesto artistico e politico che con gli strumenti propri della danza parla e riflette sulla natura dell’esistere e del con-vivere. Ulteriore indizio è la musica, di Luca Nasciuti, piena di voci di mercati e stazioni, di voci straniere compresenti nei luoghi di scambio.
Suggestivo e pregnante il disegno luci di Fabio Sajiz, che scolpisce continui cambi di prospettiva e punti di vista, modellando le profondità e la plasticità dei corpi, donando consistenza e fisicità agli spazi che si dilatano e contraggono per effetto del movimento.
Birds Flocking è ancora in fase di primo studio (il lavoro prevede nei desideri di Daniele Albanese ancora un lungo percorso di raffinazione per un debutto previsto nel 2019), ma possiede già una notevole e solida consistenza che attrae senza possibilità di fuga lo sguardo dell’osservatore. Un primo stadio che possiede robuste fondamenta e ottimi interpreti e ci rende trepidanti e curiosi di vederne i successivi sviluppi.
Ph: @AndreaMacchia